venerdì 23 marzo 2012

Sette e fanatismo

immagine dal web

Bibbia, Luca 9, versetti 49 e 50
Condanna dello spirito settario
49 Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci». 50 Ma Gesù gli rispose: «Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi». 

I fattori che concorrono alla creazione di una setta sono fondamentalmente questi:

- la leadership, molto spesso rappresentata da un leader carismatico, un capo, con forte ascendenza sugli adepti;
- il sistema valoriale ed ideologico che si traduce in pratiche e norme che regolano la vita all'interno del gruppo;
- il controllo sociale che può essere più o meno intenso, e che in alcuni casi dà vita a tribunali interni in grado di emettere sentenze e punire i trasgressori;
- la richiesta di un impegno totale dell'adepto e del suo lavoro volontario e gratuito;
- la difficoltà di vivere un rapporto familiare sereno per chi è all'interno di un'aggregazione settaria;
- la difficoltà per il familiare esterno di vivere una normale relazione affettiva con il suo congiunto all'interno del raggruppamento;
- la imposizione di recidere i legami con il passato e soprattutto con la famiglia d'origine.

Quando le pretese del gruppo iniziano ad aumentare, chiedendo tempo, denaro, impegno, è un campanello d'allarme.
Se il membro non riesce più ad immaginare un futuro fuori o lontano dal gruppo, per uscirne occorre l'assistenza di esperti.


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Tutto questo non porta ad una vita sana per qualsiasi persona, ma ogni setta, di qualsiasi credo sia, porta a grandi problemi di relazione col prossimo, con i familiari e, non di meno con sè stessi.
Dobbiamo chiederci se davvero Dio (o qualunque nome gli si dia a seconda della religione), ci abbia davvero messi qui per rovinarci gli uni con gli altri in questo modo.
Chi fa parte di una setta inoltre si sente una sorta di prescelto, rispetto a tutti gli altri che non ne fanno parte, ma ricordiamo allora un altro grande valore, che è l'umiltà, il considerarsi il migliore rispetto al prossimo porta all'egoismo, alla mania di grandezza, alla superbia.
Di sette ce ne sono tantissime in questo periodo di riscoperta spirituale, di ogni colore, tradizione, ma ognuno di noi ha una testa per ragionare, la libertà  sta nel ricercare, studiare, non credere ciecamente, leggere, porsi delle domande. Ricordarsi che la Verità non ce l'ha nessuno tra le dita, benchè meno una setta tra le mille. Vediamo oltre il muro imposto perchè la Verità non è nè di qua, nè di là ma

"In medium stat Virtus"
La Verità sta nel mezzo.


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