domenica 20 novembre 2011

Conferenza Bioenergia e Sezione Aurea



Dimostreremo come si interseca perfettamente la matematica con il nostro DNA
e con il nostro benessere psicofisico, come risolvere i nostri conflitti interiori, 
imparare a vivere in maniera da essere più felici con noi stessi e con gli altri, 
verrà presentato il Metodo Sezione Aurea e molto altro ancora... non mancate!

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martedì 8 novembre 2011

Commento sull'articolo di Salvatore Brizzi "Ti Apro i Chakra"

Sul tanto discusso amato ed odiato social network Facebook ho trovato questo scritto che vorrei commentare:


TI APRO I CHAKRA
Voglio adoperare qualche riga per ribadire la necessità di non farsi incantare dalla filosofia del “risveglio facile”, che va per la maggiore in questi tempi dove gli insegnamenti tradizionali vengono rinnegati e impunemente calpestati. 

Il processo di “democratizzazione” della spiritualità – che sempre si verifica nella fase di decadenza al termine di un ciclo storico – porta a dimenticare ciò che sempre si è saputo nel passato, e cioè che determinate conoscenze non sono alla portata di tutti e ancor meno lo sono certe realizzazioni interiori. Non ricordare ciò conduce lo sprovveduto neofita, come prima conseguenza diretta, a riempirsi la testa e la bocca di nozioni esoteriche ed elevate filosofie orientali che, se non applicabili nella quotidianità, lo lasciano tal quale egli era prima. 

Ma questa è tutto sommato una conseguenza ancora ammissibile. La seconda è di un ordine ben più grave. Altra usanza caratteristica di questa fase terminale del ciclo storico è infatti quella di estrarre pratiche spirituali adottate in passato all’interno di scuole tradizionali e fare di tali pratiche delle vere e proprie vie di risveglio interiore a sé stanti. 
Due esempi su tutti: la meditazione e il lavoro energetico sui chakra. La meditazione, così come la preghiera – due attività più simili di quanto l’ottuso occidentale non creda – rappresentano esercizi di grande utilità nel contesto di un cammino iniziatico, che prevede però tutta una serie di pratiche e di “modi d’essere” da sviluppare durante il percorso. Ma la meditazione, da sola, intesa cioè come via in sé stessa, non porta a nulla di definitivo, se non a possibili danni sui piani sottili dell’essere umano. 

Il medesimo discorso valga per chiunque voglia attivare, aprire o risvegliare i suoi chakra. I chakra sono già aperti... altrimenti saremmo morti, e qualunque attività che coinvolga questi centri d’energia deve avere una sua precisa giustificazione dal punto di vista terapeutico. In altre parole, se non ci sono ragioni sufficienti non si interviene mai sui centri energetici, così come non ci si reca con leggerezza dal chirurgo. 

Non apro il mio Cuore soffiando energia dentro il chakra del Cuore, bensì sforzandomi tutti i giorni di amare i miei nemici e pregare per i miei persecutori. La Presenza e l’Amore sono le mie linee guide, le colonne del mio tempio; sarei stolto a cercare il Risveglio attraverso mezzi meccanici. 
SALVATORE BRIZZI

Bene, posso dire che concordo quasi su tutta la linea con questo scritto, ma la parola quasi già la dice lunga... Dire che un chakra non può essere chiuso, altrimenti saremmo morti non è propriamente corretto... un morto può avere avuto in vita tutti i suoi chakra aperti ma non vuol dire che la morte glieli chiude in automatico... Se tutti i chakra sono chiusi (cosa mai vista...) allora l'individuo può morire, si ma può morire anche se ne ha chiusi solo 2 o 1... dipende da moltissimi fattori... Un Chakra prende e rilascia energia dall'esterno e all'ersterno del corpo ma la prende anche dal collegamento che ha con gli altri Chakra, ora vi riporto una classica immagine (dalla rete) dei chakra e di come sono collegati:



lunedì 7 novembre 2011

Effetto placebo, meglio della medicina

Ecco quanto compare scritto in un recente articolo pubblicato su "La Stampa":



E' nel cervello la prova
che l'effetto placebo funziona

Un sondaggio su 600 medici rivela che quasi la metà raccomanderebbe la "terapia" dell’effetto placebo
Un sondaggio su 600 medici rivela che quasi la metà raccomanderebbe la "terapia" dell’effetto placebo

Il meccanismo efficace contro dolore e infiammazioni

MARCO ACCOSSATO
TORINO
L’ effetto placebo esiste, e vale non solo per la lotta al dolore, ma anche per combattere le malattie infiammatorie. Uno studio lungo due anni compiuto dal dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino, e pubblicato oggi su «Nature Medicine», dimostra che sia gli antidolorifici sia gli anti-infiammatori creano nel nostro cervello un’impronta. E’ quell’impronta è in grado di attivare gli stessi effetti della cura solo al pensiero di aver preso il farmaco. Anche quando il farmaco, in realtà, è una sostanza inerte, cioè nulla.

Quando un malato crede nella terapia, quando ha fiducia nel proprio medico e si aspetta - grazie a lui - un miglioramento clinico, il suo cervello rilascia endorfine (una sostanza simile alla morfina) se si tratta di contrastare il dolore, ma anche endo-cannabinoidi (simili alla cannabis presente nella marijuana) se il problema è invece un’infiammazione da combattere.


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Abbiamo ancora una volta la dimostrazione di quanto sia perfetto, adattabile, ingegnoso il nostro corpo... siamo stati creati dalla pefezione e non potevamo aspettarci di meglio. Ma l'effetto placebo si potrebbe sviluppare nell'uomo portandolo un giorno alla vera e propria autoguarigione, senza dover ricorrere a farmaci con i relativi numerosissimi e dannosi effetti collaterali. 

venerdì 4 novembre 2011

Dipendenza è Sofferenza

Dipendere dal Giudizio degli altri
Dipendere dall'Amore di una persona,
Dipendere dalla presenza di qualcuno,
Dipendere economicamente dal prossimo...

Per dipendenza si intende un’alterazione del comportamento che da semplice e comune abitudine diventa una ricerca 

esagerata e patologica del piacere attraverso mezzi, sostanze, 

o comportamenti che sfociano nella condizione patologica. 

La persona dipendente perde ogni possibilità di controllo sull’abitudine.

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Ora si rende necessario fare una distinzione, esiste la dipendenza naturale, infatti il bimbo quando nasce e deve crescere ha bisogno della sua mamma e del suo papà, del loro amore ha bisogno di essere nutrito di amore perchè si formi il suo carattere e nutrito anche fisicamente, praticamente è una creatura che va formata, infatti, la mancanza di amore femminile o maschile nel bimbo o nella bimba può portare in parte alle dinamiche comportamentali che vi ho descritto nel mio articolo precedente, che vi invito a leggere per meglio comprendere questo. Questa è una dipendenza ovvia, che ha ogni cucciolo, non è patologia.

Un nuovo nato non ha difese, da solo non si sa nutrire, dipende totalmente dalla madre.